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mercoledì 24 marzo 2010

Il "Transessualismo" di Berlusconi


Tutto avrei pensato (e quando dico tutto non è per esagerare) mi avrebbe potuto colpire ed indignare nell’immergermi nell’analisi della figura del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Le mie fantasie più malate erano pure arrivate ad immaginarmi folgorato sulla via di Damasco dalla sua personalità ammaliante. Mi ero già visto con una spilletta tricolore affissa al doppiopetto d’ordinanza, mentre mi appresto a creare il circolo forlimpopolese per la candidatura del Cavaliere a premio nobel per la pace.
Tutto ma non di rimanere scioccato nello scoprire che il più noto “tombeur de femme” italiano; colui che ha costruito la propria fortuna sopra il sistematico “spogliamento” di bellissime donne all’interno dei propri canali televisivi; il personaggio che decanta il possesso di doti quasi sovrannaturali nel momento del corteggiamento, l’emblema del classico Maschio, con la M maiuscola; che non disdetterebbe mai e poi mai un complimento a qualsivoglia essere femminile, sotto qualsiasi forma gli si presenti dinnanzi; l’uomo che dopo un’operazione per l’asportazione di un tumore alla prostata e alla veneranda età di 73 anni, viene beccato con “le mani nella marmellata” per un giro di prostitute; scoprire che nell’io più profondo della personificazione vivente di tutti questi caratteri coesistono, allo stesso momento, un lato maschile ed uno, marcato oltre ogni previsione, femminile.
La figura di Berlusconi è intrisa di quei caratteri di machismo tanto cari alle culture latine, ma allo stesso tempo presenta aspetti mai riscontrati prima nell’analisi di un uomo politico. Questi risultati li si poteva ritrovare solo nello studio delle grandi star Hollywoodiane. Il capostipite di questo fascino androgino fu l’attore Rodolfo Valentino che insieme alla mascolinità predatrice, esprimeva una bellezza non propriamente mascolina.
Questa ambivalenza in Berlusconi non è esplicita, ma nessuno può negare che esista. Molti aspetti della sua persona pubblica sono smaccatamente femminili: la sua immagine esteriore ne è pervasa. Basti pensare all’ossessione di cui è vittima il Presidente del Consiglio per i capelli: una delle parti del corpo umano più carichi di erotismo, soprattutto per quel che riguarda le donne. Invece che arrendersi alla sovrapproduzione di ormoni maschili, che è causa della calvizie, si ostina nella ricerca della vanità e di una figura perfetta. Il trapianto dei capelli del leader del Partito della Libertà conferma dunque la sua adesione ad un modello femminile che lega, secondo i canoni tradizionali, la sessualità alla presenza della capigliatura.
Altro capitolo importante è il sorriso onnipresente di Berlusconi, che è senza dubbio una prerogativa seduttiva della donna. Il suo non è solo un sorriso, ma una via di mezzo tra il sorridere e il ridere: c’è l’euforia della risata, ma senza la volgarità dell’eccesso maschile, e c’è la simpatia del sorridere senza tuttavia, la timidezza e la riservatezza del sorriso femminile.
Sfogliando mentalmente l’album fotografico del Premier, ci si accorge che il suo viso è sempre glabro e perfettamente rasato. L’insistenza con l’igiene personale e la manicure come pratica quotidiana, l’uso ossessivo di ceroni e trucchi, congiunte ai modi cerimoniosi propri dell’uomo-Berlusconi e all’ostentata ed eccessiva gentilezza, danno l’idea di un uomo effeminato ed incipriato. Anche lo sguardo diretto, sarebbe un altro elemento femminile del Cavaliere. Mentre gli attori maschili non guardano direttamente l’obbiettivo per mostrare il tratto virile del proprio carattere, le pin-up femminili, al contrario, guardano verso la macchina fotografica, segnalando in questo modo con lo sguardo disponibilità. In questo scenario il forte gallismo che si esprime con motti di spirito, barzellette e battute serve a bilanciare il femminile della sua postura e del suo sguardo.
Possiamo concludere che in Berlusconi convivono due aspetti: la natura femminile della pin-up, che muove l’eccitazione come promessa, e insieme la natura dell’avventuriero, di colui che conserva la disinvoltura della vita al cospetto di ciò che è prevedibile.

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