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sabato 28 settembre 2013

Quando parlare di gay non sarà più tabù: il caso Barilla


Non vorrei ergermi a paladino di un pensiero che non mi appartiene, e che fondamentalmente non condivido. Però sono convinto che sulla questione dell'intervista di  Barilla al programma di Radio 24, "La Zanzara" si stia travisando e soprattutto esagerando.
Barilla ha commesso due errori
Uno strategico: semplicemente non doveva dire quello che ha detto; poteva affermare gli stessi concetti senza prenderli di petto ma girandoci attorno, all'italica maniera. Così ha rischiato di arrecare un danno economico e di brand reputation al proprio marchio. 
L'altro, semantico, quando scopre le proprie carte affermando che non ha nulla contro i gay "basta che non diano fastidio". Passaggio su cui Cruciani ha giustamente insistito cercando di mettere Barilla in buca, e che  l'imprenditore ha cercato di spiegare, arrampicandosi sugli specchi (questo è l'unico passaggio dell'intervista veramente scorretto e offensivo, che però quasi nessuno ha ripreso e stigmatizzato).
Il resto è il punto di vista di un privato che può esprimere sempre e comunque il proprio pensiero se questo non eccede in offese o ingiurie di alcun tipo, per quel che mi riguarda. Anche perché, riassumo il concetto espresso da Barilla: "non ho nulla contro i gay, anzi sono favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma non ho intenzione di utilizzare all'interno di uno spot che pubblicizza i miei prodotti una coppia gay perché l'idea di famiglia a cui si rifà la mia azienda è quella che rispetta i canoni tradizionali", non mi pare un'affermazione aberrante. 
Tutto il resto è polverone mediatico e ipocrisia galoppante.

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